La noia, un’emozione assai conosciuta. Spesso ci sentiamo sopraffatti dalla noia, una noia quasi inspiegabile perché con i ritmi quotidiani così ricchi di attività, pensieri, idee, progetti e compiti da svolgere, non c’è tempo per annoiarsi. Anzi, più corriamo, più riempiamo la nostra agenda di appuntamenti, più la noia si presenta alla nostra porta. Un vero paradosso.
La noia non dipende dal tempo, ma da uno stato d’animo – l’insoddisfazione – che spesso ci accompagna nel nostro percorso di vita e che può condizionare le nostre scelte presenti e future.
La maggior parte di noi cosa fa quando si annoia?
Semplice: addenta qualcosa di immediatamente gratificante perché il cibo è un elemento profondamente appagante e facilmente accessibile. Quando ci si annoia, si scelgono alimenti che rievocano nella nostra bocca percezioni di scioglievolezza e languore, due coccole che ci riempiono di energia e soddisfazione. Spesso sono dolci, ricchi di grassi, zuccheri e il sale, una triade pazzesca che condiziona sia il nostro stomaco che il nostro cervello, associazioni che l’industria alimentare sa bene come combinare per rendere più appetibili merendine e snack vari.
Cos’è in pratica la noia?
La noia è il risultato dell’incapacità di generare azioni che ci facciano sentire, a fine giornata, persone gratificate e soddisfatte di quello che siamo, ma attenzione, cosa importante, di quello che siamo e non di quello che facciamo.
L’insoddisfazione dunque va di pari passo con la noia: spesso i pensieri di non essere mai all’altezza delle situazioni, la paura del fallimento, sono compagni fedeli di questa emozione. Un’emozione che assume colori sbiaditi, una nuance che va dal verdognolo al giallino pallido. Colori che manifestano la mancanza di energia e di interesse, nemici della sana curiosità e di quella voglia di sfidarsi sempre e a prescindere dal risultato. La noia ci immobilizza quanto la paura e il cibo che si “trangugia” è l’unica reazione che spesso mettiamo in atto per proteggerci da emozioni negative.
Come si affronta la noia?
In realtà dovremmo fermarci un attimo, analizzare i pensieri che formuliamo quando siamo annoiati e cercare, proprio in quell’attimo, di creare qualcosa: un’idea, un pensiero positivo, coltivare una passione o semplicemente comprendere che nella propria vita c’è qualcosa che va trasformato. Il cibo non può essere la risposta e soprattutto non può assumere il ruolo di azione automatica per zittire la noia. Essere consapevoli di questo atto di compensazione – dunque mi annoio, quindi mangio – è il primo passo per liberarsi da questa cattiva abitudine e dare il giusto valore e significato a quello che pensiamo, proviamo e mangiamo.